Lo so. So cosa significa sentirsi in colpa dopo aver mangiato. So com'è promettersi che “da domani si cambia”, per poi ricominciare daccapo.

So cosa vuol dire vivere dentro un corpo che senti non ti appartenga più, contare ogni briciola e poi perdere il controllo. So quanto fa male vedersi allo specchio e non piacersi, quanto è frustrante quando “mangiare bene” sembra facile per tutti, tranne che per te.

Ma soprattutto so che non è pigrizia, debolezza o mancanza di volontà. È dolore. È confusione. È lotta continua. E ti capisco, perché ci sono passata anche io.

È da lì che nasce il mio modo di lavorare. Un approccio gentile, che non si limita a dirti “cosa mangiare”, ma ti aiuta a capire perché mangi, cosa cerchi davvero nel cibo, e come imparare ad ascoltarti — senza giudizio, un passo alla volta.

Se sei qui, forse non è un caso. Forse questa volta può essere diversa.

  • Martina, 31 anni

    “Non pensavo fosse possibile smettere di combattere con il cibo ogni giorno. Ora sento di avere strumenti veri.”

  • Giulia, 39 anni

    “Ho capito che non c’era niente di sbagliato in me. Solo emozioni che non sapevo come gestire.”

  • Laura, 28 anni

    “Mi sono sentita capita, ascoltata, mai giudicata. Finalmente un approccio umano e rispettoso.”